La solitudine, le delusioni, i tradimenti, le attese e le ingiustizie di un “qualunque” rapporto di coppia. Con “Scene da un matrimonio” – al Teatro Cantiere Florida di Firenze, sabato 2 marzo ore 21 e domenica 3 ore
16, biglietti 15/12 euro - Ingmar Bergman intona magistralmente la sua
personale (e autobiografica) visione del mondo sentimentale.
Nei panni di Marianne e Johann, i due protagonisti nati per il piccolo schermo (lo spettacolo del drammaturgo e regista svedese prese forma nel 1973 come serie ad episodi per la tv e fu successivamente trasformato in film) una coppia davvero speciale: Daniele Pecci e Federica Di Martino, intensi e sensuali, ironici ed ottusi, disperati e brillanti, interpretano un Lui ed una Lei nei quali tutto il pubblico si ritrova.
In scena va il “loro” discorso amoroso. L’analisi è spietata, lucida e dialettica. I sussurri rimbalzano sulle grida, la tenerezza si avvita nella violenza, il posto delle fragole è un logorio del tempo al quale è difficile sfuggire, un fraseggio dell’animo impossibile da raggiungere.
Tra inferno e paradiso a prevalere nel concertato bergmaniano era il purgatorio. Il regista Alessandro D’Alatri, che si occupa soprattutto di cinema, riprende il copione, lo dilata in dieci sequenze, lo ringiovanisce, lo nazionalizza nei nomi e nei comportamenti da “commedia all’italiana”, trasferendolo ai giorni nostri, fra cellulari e computer.
La colonna sonora è di Franco Mussida, chitarrista e fondatore della Pfm.
Su Gonews l'intero articolo:
http://www.gonews.it/articolo_183151_Daniele-Pecci-Federica-Di-Martino-in-Scene-da-un-matrimonio-al-Teatro-Cantiere-Florida.html
Nei panni di Marianne e Johann, i due protagonisti nati per il piccolo schermo (lo spettacolo del drammaturgo e regista svedese prese forma nel 1973 come serie ad episodi per la tv e fu successivamente trasformato in film) una coppia davvero speciale: Daniele Pecci e Federica Di Martino, intensi e sensuali, ironici ed ottusi, disperati e brillanti, interpretano un Lui ed una Lei nei quali tutto il pubblico si ritrova.
In scena va il “loro” discorso amoroso. L’analisi è spietata, lucida e dialettica. I sussurri rimbalzano sulle grida, la tenerezza si avvita nella violenza, il posto delle fragole è un logorio del tempo al quale è difficile sfuggire, un fraseggio dell’animo impossibile da raggiungere.
Tra inferno e paradiso a prevalere nel concertato bergmaniano era il purgatorio. Il regista Alessandro D’Alatri, che si occupa soprattutto di cinema, riprende il copione, lo dilata in dieci sequenze, lo ringiovanisce, lo nazionalizza nei nomi e nei comportamenti da “commedia all’italiana”, trasferendolo ai giorni nostri, fra cellulari e computer.
La colonna sonora è di Franco Mussida, chitarrista e fondatore della Pfm.
Su Gonews l'intero articolo:
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